venerdì 13 luglio 2018

IL BLOGI DI ANAHATA: ANSIA, PANICO, TRISTEZZA, DEPRESSIONE. FORSE SIAMO SOLO …. FUORI TEMPO. Di Filippo Vagli


Ogni giorno ascoltiamo persone parlare di stati di malessere quali l’ansia, il panico, la tristezza, la malinconia, la depressione.

Al di là degli aspetti patologici legati a tali situazioni, che lasciamo ai professionisti del mondo sanitario, proviamo a osservare la cosa da un altro punto di vista.
Il tempo, inteso come Passato, Presente, Futuro, tre modalità di vivere, di concepire la nostra vita, ognuna delle quali genera stati d’animo diversi
Analizziamo una per una le tre diverse modalità:

CHI VIVE NEL PASSATO: Parliamo di chi vive costantemente nel passato, ad esempio chi passa il tempo guardando le sue vecchie foto e sentendosi triste perché non si vede più giovane e bella come nel tempo che fu. Oppure quelle persone che continuano a rimuginare sul perché sono finiti vecchi amori, antiche relazioni, rapporti di amicizia.
Di tutto ciò, oggi, non possiamo cambiare più nulla e avere la mente proiettata in questo tempo ci predispone ad entrare facilmente nel mondo della depressione.
Un mio insegnante illuminato teorizzava che addirittura, tutte le fotografie vecchie andrebbero buttate via, perché tenerle e guardarle è come far nascere una nursery in un cimitero. Un’espressione forte ma che rappresenta fedelmente lo stato di benessere recita:
“Le cose vanno mangiate e poi defecate !!!!!”
Delle cose vecchie dobbiamo tenere soltanto alcune cose, quello che strettamente necessario per farci star bene, esattamente come la fisiologia ci insegna riguardo al nostro l’intestino e quindi lasciando altresì andare ciò che non serve, i prodotti di scarto, perché se conservati per troppo tempo al nostro interno possono produrre disequilibri e malattia.
Lo stato di benessere lo troviamo quando ci predisponiamo a pensare che ogni giorno possiamo RICREARE noi stessi meglio di come eravamo il giorno prima, anche se prima eravamo più giovani.
Ecco quindi l’importanza del sostantivo CREATIVITA’ che se proviamo a scomporlo otteniamo CREA – TI – VITA e ci accorgiamo facilmente che il suo significato profondo ci rimanda al concetto che c’è vita solo quando crei.
Al contrario, non c’è vita nella ripetizione e soprattutto nel ricordo.

CHI VIVE NEL FUTURO: Partiamo da un concetto base: Il futuro non esiste!!!
Come faccio a sapere se domani mi sveglierò??? Presumibilmente sarà così, ma non ne abbiamo la certezza. Come facciamo a sapere quanto traffico ci sarà domani in strada? Piuttosto che se domani il nostro capo ci tratterà bene o male, o se domani ci sveglieremo milionari perché avremo vinto al SuperEnalotto!!!!!
Chi vive costantemente nel futuro è un grandissimo generatore di ansia.
L’ansia si inscrive nel grande mondo delle paure, e sostanzialmente è rappresentata da una paura anticipatoria.
E allora, chi vive nel mondo del futuro, se il giorno successivo dovrà recarsi in un posto nuovo incomincio a dirsi: “Ma come farò a trovarlo? Aspetta che mi stampo una cartina e poi una mappa ancora più dettagliata…. però se poi mi si rompe la macchina??? E se poi la cartina non è aggiornata e mi perdo????”. Ed ecco l’ingresso automatico nel mondo dell’ansia.
Ovviamente un minimo di attenzione, di preparazione, di programmazione e pianificazione è necessaria quando si affronta qualcosa di nuovo. Non posso certamente andare a fare il relatore se non mi strutturo e se non mi preparo la conferenza, ma non devo vivere costantemente in quel mondo, altrimenti creerò solamente ansia.

CHI VIVE NEL PRESENTE: Il presente è’ il luogo del benessere.
In prima istanza se penso al termine e lo scompongo dividendolo in PRE – SENTE ho subito l’idea di trovarmi in uno stato qualitativo molto importante, il SENTIRE (Io sento)
E quando sento? Non domani, non quando ero più giovane, ma è adesso che sento, e anche quando sento qualcosa che non mi piace, che non mi fa star bene, adesso, ora, ho la possibilità di modificarla, di cambiare qualcosa per arrivare allo stato di benessere.
Ora, non domani; se sono stanco adesso, devo imparare a fermarmi e a riposarmi adesso, non domani. Se adesso ho sete, è ora che devo bere, non domani.
E’ qui, ora, adesso, l’unico momento in cui possiamo cambiare le cose.
Nessun organo del nostro corpo fa le cose solo domani o le ha fatte solo ieri (altrimenti saremmo già morti), ma le sta facendo adesso, ora, esattamente in questo momento.
Il presente è anche il luogo del dolore, ma nel momento in cui tu vivi il presente e accogli il tuo dolore, quel dolore cambia qualcosa in te, modifica qualcosa nella tua vita e magari ti permette di fare cose che senza quel dolore non avresti fatto.
Il fatto stesso che il dolore ci costringa a fermarci, a modificare le nostre abitudini, il nostro stile di vita, già di per sè genera un cambiamento che è l’unico modo per uscire dalla malattia. 

Stare qui, nel qui e ora, vivere il presente vuol dire anche avere CONSAPEVOLEZZA di sè e del perché sto facendo una cosa e che magari sto adattandomi ad una situazione per un piccolo e giusto compromesso, non perché soni un incapace ma perché sono flessibile.
Infine, vivere nel presente significa anche LEGITTIMARSI, un elemento di fondamentale importanza per il nostro benessere perché ci offre la possibilità di entrare in uno stato energetico tale da poter in qualche maniera “gestire” un’emozione.
Basti pensare all’emozione delle emozioni, la paura.
Ognuno di noi è legittimo che in determinate circostanze abbia paura. Avere paura quando affrontiamo una prova difficile o davanti a certe situazioni non significa essere deboli, ma semplicemente essere in contatto con le proprie emozioni. Ecco che legittimarsi: significa anche dirsi: “Ok, ho paura…..ci può stare!!!!!”


Filippo Vagli, Responsabile Didattico e Docente dell’Accademia di Naturopatia Olistica Anahata è Naturopata diplomato con lode presso Riza, Istituto di Medicina Psicosomatica , Counselor e Life Coach.
Da oltre 25 anni si dedica allo studio, alla ricerca e alla divulgazione della Naturopatia, della Psicosomatica, delle Filosofie Olistiche, delle discipline Bio-Naturali e di relazione di aiuto alla persona.



1 commento: