domenica 9 marzo 2014

LE TECNICHE DI RILASSAMENTO IN MEDICINA PSICOSOMATICA
Barbara Mantellini, MD, Psy

I pazienti psicosomatici hanno una caratteristica fondamentale che è l’alexitimia, dal greco alpha: assenza, lexis: linguaggio, thymos: emozioni.
Questo termine è stato coniato da Sifneos negli anni ’70 e significa non avere parole per le emozioni. Se il paziente riesce a nominare le emozioni, non sa distinguerle le une dalle altre. Ma il paziente psicosomatico può parlare con il corpo, simbolizzare attraverso il corpo. Egli non esprime il suo disagio a parole e lo sposta sul corpo esprimendolo attraverso il sintomo.
Il paziente cosiddetto psicosomatico si presenta dal medico portando un sintomo, opaco e muto, generalmente non manifesta eccessiva ansia ed è poco propenso a parlare di sé, proponendo una relazione in cui il corpo “biologico” nasconde il corpo “simbolico”.
Il sintomo psicosomatico è ambiguo e mette in crisi il terapeuta che è costretto a muoversi su un doppio binario: quello del codice biologico proprio dell’oggettività del sintomo (dall’alterazione funzionale per arrivare alla patologia d’organo), e quello del codice simbolico caratteristico del vissuto soggettivo del paziente, avendo a disposizione però, solo il corpo che presenta il sintomo.
Il sintomo psicosomatico sembra muto come espressività di senso e opaco nei confronti dell’indagine che tende a scoprirne il significato; il problema terapeutico sarà quello della ricerca dei mezzi per riuscire a dare parola al sintomo e renderlo trasparente alla comprensione.
Ci sono diversi gradi di alexitimia e, in base al grado di insight, vale a dire di consapevolezza e di capacità di esprimere il vissuto, sarà più o meno facile un approccio di tipo verbale con questo tipo di pazienti.
È per questo motivo che le tecniche di rilassamento spesso sono utilizzate come primo contatto con questo tipo di pazienti che manifestano notevoli difficoltà a “lasciarsi andare”.
Con queste tecniche, in particolare con la distensione immaginativa, si stimola, provoca e potenzia il rilassamento al quale conseguirà una produzione immaginativa del paziente, partendo da vissuti correlati alla percezione corporea.
L’attività immaginativa è una modalità di rappresentazione, da parte del soggetto, di situazioni, oggetti, persone, eventi, ecc., attualmente non presenti nel campo percettivo reale e che provengono dai vissuti più profondi.
Questa tecnica di rilassamento viene utilizzata con successo nella psicoterapia a orientamento psicosomatico e in tutte quelle patologie somatiche (allergie, asma, cefalee, disturbi della sfera sessuale e ginecologici, disturbi gastrointestinali, fibromialgie, ipertensione arteriosa, patologie cutanee come acne, dermatiti, psoriasi) nelle quali si desidera ottenere come primo risultato un rilassamento corporeo – al quale poi conseguirà un miglioramento dal punto di vista psichico.
Perché questa scelta? Innanzitutto per le modificazioni indotte dal rilassamento con l’attivazione della funzione trofotropica (aumento dell’attività del parasimpatico e conseguente riduzione dell’attività del simpatico) che determina:

• riduzione del ritmo respiratorio, del battito cardiaco, della PA, del metabolismo, del cortisolo e delle catecolamine;
• aumento all’EEG delle onde a in corrispondenza dell’emisfero destro, aumento dei linfociti e delle piastrine, dell’insulina, degli estrogeni e degli androgeni.

Il rilassamento più o meno profondo determina stati di coscienza variamente modificati (alterati) che sono raggiunti con modalità che caratterizzano la tecnica rendendo possibile il passaggio graduale da una percezione obiettiva a una soggettiva della realtà.
I contenuti e le forme attraverso cui l’attività immaginativa si esprime costituiscono il materiale sul quale T e P lavoreranno.

Vantaggi per il paziente psicosomatico

Il paziente psicosomatico presenta, nonostante un’apparente buona integrazione nel contesto sociale, una situazione psicoemotiva disturbata in quanto è incapace di esprimere le emozioni che accompagnano la sua esistenza (prevale la razionalità).
La distensione e le tecniche di rilassamento, intese come relazione interpersonale passante attraverso il corpo, permettono di agire tanto a livello fisiologico (rilassamento che induce modificazioni) quanto a livello psicoemotivo grazie alla particolare relazione che si instaura con il terapeuta.
L’atmosfera di tipo regressivo, legata al vissuto dell’esperienza del proprio corpo rilassato, può dar luogo ad animazioni di tipo fantasmatico non facilmente provocabili in situazioni terapeutiche di altro tipo. Il corpo viene agito e parlato, cioè nominato verbalmente. A ciò corrisponde l’attivazione della produzione immaginativa del paziente.

Immaginario

L’immaginazione sembra corrispondere a un livello più economico del funzionamento psichico e a un grado minore di organizzazione. In essa si prescinde dalle strutture temporali e causali, dalla continuità critica mentre sono invece attivi gli influssi dell’emotività.
Per tali motivi l’immaginazione può essere letta sia come una forma di regressione infantile, sia come l’avvio di un processo creativo.
Con la pratica dell’immaginario ci si riferisce a una particolare modalità di ascolto che comporta il realizzarsi di uno stato di coscienza particolare che interessa sia il paziente che il terapeuta.
Con questa modalità di ascolto si può cogliere nel sintomo il motivo individuale (messaggio) sotteso. La finalità di tale ascolto è quella di tendere al contatto di tutto quanto accade ora in una situazione in cui: sentimenti, sensi, emozioni, pensieri, immagini costituiscono gli elementi che rendono possibile la consapevolezza dell’esperienza.
Il ruolo del terapeuta è quello di amplificare, sensibilizzarel’immaginario del paziente, comprendere le tematiche inconsce già (in parte) espresse dai sintomi e attivate dall’immaginazione.


*Pubblicato sulla rivista Doctor, 2006.

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